5 | Ippolito gioca

Filippo Tommaso Marinetti, Alfredo Casella e Nino Rota a Capri, luglio 1930.
Fig. 29
Filippo Tommaso Marinetti, Alfredo Casella e Nino Rota a Capri, luglio 1930. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Fondo Alfredo Casella.

Nel luglio del 1930, in vacanza a Capri dove frequenta assiduamente Alfredo Casella, Nino Rota compone Ippolito gioca, limpida e luminosa pagina pianistica con la quale condivide con i colleghi Mario Castelnuovo-Tedesco, Virgilio Mortari, Mario Pilati e Antonio Veretti un Omaggio a Ildebrando Pizzetti in occasione del cinquantesimo compleanno del musicista, che ricorre il 20 settembre dello stesso anno. I cinque brani – Ippolito gioca (nel titolo il nome del piccolo figlio di Pizzetti cui il brano è ispirato), Cantico augurale di Pilati, Intermezzo di Mortari, Passacaglia di Veretti, Ippolito gioca, che Rota dedica al figlio di Pizzetti, Ippolito, e Fantasia e Fuga di Castelnuovo-Tedesco – vengono consegnati a Pizzetti in forma manoscritta nell’impossibilità che Ricordi ne realizzi in tempo la pubblicazione, prevista sia come silloge sia per ogni singolo brano e annunciata dall’editore come «novità» nel numero di febbraio 1931 della sua rivista «Musica d’oggi».1 Per il giovane Rota, che a diciotto anni annovera già nel catalogo Ricordi quattro liriche per voce e pianoforte, si tratta della prima pubblicazione di un lavoro pianistico, per la quale, si apprende dai copialettere aziendali conservati nell’Archivio Storico Ricordi, gli viene accordato un premio di 400 lire oltre al 10% del prezzo di marca (Lire 6) per ogni copia del pezzo staccato venduta.

L’Omaggio a Ildebrando Pizzetti riceve la sua prima esecuzione il 19 maggio 1931 a Milano nella cornice del Circolo «Il Convegno» (fig. 30), dove l’eccellente interprete Guido Agosti replica Ippolito gioca su richiesta del pubblico presente. Ai positivi commenti sul concerto che il giorno seguente appaiono su due quotidiani milanesi, «L’Ambrosiano» e «La Sera» (fig. 31), fa eco l’apprezzamento espresso nel quarto e ultimo numero del 1931 della «Rivista Musicale Italiana» da Giorgio Federico Ghedini, che nel riferirsi a Ippolito gioca loda il «carattere infantile e fresco che spira da questo breve pezzo, pieno di gusto e di equilibrio».


Programma di sala del concerto tenuto dal pianista Guido Agosti a Milano presso il Circolo «Il Convegno» il 19 maggio 1931. Guido Agosti ha condiviso con Nino Rota e con sua madre Ernesta una vicinanza affettuosa e duratura e con Maria Rota una preziosa collaborazione artistica. A lui Rota ha dedicato la Sonata per violino e pianoforte composta tra il 1936 e il 1937.
Fig. 30
Programma di sala del concerto tenuto dal pianista Guido Agosti a Milano presso il Circolo «Il Convegno» il 19 maggio 1931. Guido Agosti ha condiviso con Nino Rota e con sua madre Ernesta una vicinanza affettuosa e duratura e con Maria Rota una preziosa collaborazione artistica. A lui Rota ha dedicato la Sonata per violino e pianoforte composta tra il 1936 e il 1937 e pubblicata da Ricordi nel 1939. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Fondo Nino Rota.
A sinistra: I concerti - Guido Agosti al Convegno, «L’Ambrosiano», 20 maggio 1931. A destra: Guido Agosti al Convegno, «La Sera», 20 maggio 1931.
Fig. 31
A sinistra: I concerti - Guido Agosti al Convegno, «L’Ambrosiano», 20 maggio 1931. A destra: Guido Agosti al Convegno, «La Sera», 20 maggio 1931. Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Fondo Nino Rota.



Ascolta



Esplora il Fondo Nino Rota



Note


  1. Scrive Castelnuovo-Tedesco a Pizzetti: «Carissimo Maestro, (…) È destino ch’io debba cominciare quest’estate le mie lettere con qualche citazione delle Sue opere: questa volta, come vedrà, la citazione è di Veretti; e spero che, in nome di questa, vorrà perdonarci a tutti il nostro ‘peccato collettivo’. La prima idea di questo ‘omaggio’ venne a Pilati, che me la comunicò questa primavera: io l’accolsi con entusiasmo, e dalla nostra congiura nacque il misfatto… Avremmo voluto veramente offrirle i nostri ‘omaggi’ in una pubblicazione collettiva, che Casa Ricordi avrebbe dovuto approntare per il 20 settembre; ma, per gl’inevitabili ritardi editoriali, il fascicolo non sarà pronto che più tardi; e allora Le mandiamo intanto, per la data fatidica, i nostri non-preziosi autografi. A me, nella mia qualità di ‘decano’ fra i suoi allievi, è toccato l’incarico d’inviarle il plico: dovrei anche trasmetterle i nostri voti più affettuosi; ma come fare ad esprimerle l’affetto e la devozione di noi tutti? Le dico il mio, che Ella sa sincero e di lunga data, e spero di essere buon interprete anche degli altri colleghi, che del resto Le scriveranno per proprio conto. Non giudichi la musica, ma apprezzi la buona intenzione: spero ad ogni modo che non Le sarà sgradito il nostro desiderio di riunirci spiritualmente intorno a Lei nel Suo cinquantesimo compleanno: i Suoi cinquanta anni, così fecondi di bene e di lavoro, non devono pesarle; e noi gliene auguriamo di tutto cuore altri cinquanta di vita felice in mezzo ai Suoi cari, e ricchi ancora di tante opere belle.» Lettera di Mario Castelnuovo-Tedesco a Ildebrando Pizzetti, Usigliano di Lari, 17 settembre 1930. Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, Archivio Ildebrando Pizzetti. ↩︎