2 | Juvenilia

Il piccolo Nino cresce in un musicalissimo contesto familiare nel quale il pianoforte è presenza costante da più generazioni: il nonno materno Giovanni Rinaldi (1840-1895) è stato pianista, autore per il suo strumento di pagine di elegante fattura e stimato insegnante di pianoforte come la moglie Gioconda Anfossi, sua compagna di studi al Conservatorio di Milano; la madre Ernesta e sua sorella Margherita, pianiste anch’esse e valenti concertiste prima del matrimonio, coltivano con entusiasmo in ambito familiare la passione per la musica e per il pianoforte.


Decine di piccoli brani per pianoforte (figg. 8-14) costellano gli anni di formazione del precoce musicista. Il ricorrere nella scrittura di figurazioni precipuamente pianistiche – scorrevoli sequenze per grado congiunto, accordi spezzati, arpeggi, affidati in taluni casi alla sola mano destra e in altri alle due mani in alternanza – denota la consolidata familiarità con le composizioni del nonno come con le pagine più note della letteratura pianistica del secolo appena trascorso, mentre in una giocosa sperimentazione la tastiera viene esplorata nelle sue possibilità meno immediate, dai tasti neri all’estensione del registro.




Il giovanissimo compositore si distingue già all’età di undici anni, autore di un ambizioso oratorio per soli, coro e orchestra su testo di Silvio Pagani intitolato L’infanzia di San Giovanni Battista, eseguito a Milano il 22 e il 29 aprile 1923. Un album famigliare di ritagli stampa documenta i successi del fanciullo, ritratto anche sul podio in occasione dell’esecuzione dell'oratorio a Tourcoing il 12 ottobre 1923 (fig. 15), e «al lavoro, al suo pianoforte» (fig. 16).

