11 | In tournée per Les Noces

Nel 1927 Alfredo Casella è alla testa della tournée che la Corporazione delle Nuove Musiche organizza a Roma, Padova, Milano, Torino, Firenze e Napoli per la prima esecuzione italiana di Les Noces di Igor’ Stravinskij.
Ci riunimmo dunque tutti a Varese quindici giorni prima dell’inizio della tournée. I cantanti erano Rachele Maragliano-Mori, Ghita Lenart, Marcello Govoni, e Giorgio Lanskoy (il quale aveva già cantato molte volte la sua parte di basso con Strawinski stesso). La «maestranza» pianistica era formata da Oscar Adler, Dante Alderighi, Mario Castelnuovo-Tedesco e Virgilio Mortari.
Il giro si iniziò col Teatro di Torino (erano quelli gli anni aurei ove Riccardo Gualino aveva fatto di quel teatro il centro più importante ed interessante della vita artistica italiana) e riuscì un magnifico successo. Successo che si rinnovò del resto in tutte le città, in parecchie delle quali si giunse persino a chiedere il bis dell’ultimo quadro. A Milano (dove eravamo ospiti del Teatro del Popolo), un gruppo di musicisti, lividi per la rabbia, tentarono di opporsi a questa replica, e si distinse particolarmente tra quegli scalmanati Felice Lattuada, il quale mi urlava sotto al podio: «Buffone! Pagliaccio! Ciarlatano!» ed altre cortesie del genere. Ciò che però non servì che a far espellere dalla sala lo sparuto gruppo degli oppositori. (…)
Nel marzo [1930] ritornai in Spagna per dirigervi un giro di sei esecuzioni delle Nozze di Strawinski che si diede questa volta con un’ottima giovane società corale di Barcellona e che ebbe vivo successo ovunque.
— Alfredo Casella, I segreti della giara, Sansoni, Firenze, 1941.



Il brano viene ripreso nel 1928 al Teatro dei Rinnuovati di Siena, tra i percussionisti il giovane Rota (fig. 92), che due anni dopo sarà chiamato a sostituire il pianista Mario Castelnuovo-Tedesco in occasione della tournée spagnola del 1930 (figg. 93-94). Dante Alderighi, pianista e compositore di origine tarantina, allievo di Casella e partecipe dell’impresa sin dal suo inizio, la rievoca a distanza di anni in una preziosa testimonianza nella quale, ritratte durante il viaggio in treno tra Italia e Spagna, le figure di Casella e Stravinskij acquistano particolare risalto:
Quello per contro che da allora non era venuto meno era l’affetto, lo schietto attaccamento nostro a Casella. Verso Casella, Virgilio Mortari, Vittorio Rieti, Nino Rota ed io sentivamo veramente qualcosa di vivo e di fresco nel cuore, perché Casella, più che un maestro era per noi un amico, e a quel tempo quella sua aria giovanile e goliardica, che del resto non lo ha mai abbandonato, neanche dopo le sue più belle e più significative affermazioni, neanche quando la malattia gli corrodeva e minava il pur tempratissimo fisico, comunicava con noi in maniera particolarmente diretta ed effervescente. (…) Poi, per un po’, Casella lo perdemmo di vista. Quando si riaffacciò tra noi, prima ancora che ci parlasse, dall’espressione contenuta e abbottonata, avvertimmo che qualcosa era successo che lo aveva colpito grandemente. Allora Casella ci disse, quasi in segretezza, che Strawinsky viaggiava sul nostro stesso treno e che ci tenessimo pronti a rendergli omaggio, sempre quando – s’intende – Strawinsky avesse acconsentito a concederci questo grosso onore. Tanto ci fu accordato. Movemmo. Quasi in punta di piedi, in fila indiana, Casella in testa, i quattro pianisti-compositori italiani che stavano recandosi in Spagna per eseguire un lavoro colà ancora inedito di un loro contemporaneo, erano prossimi alla presentazione diretta con quello stesso, con l’autore da loro tanto ammirato. Il quale si trovava solo in una cabina letto con un suo grosso berrettone da viaggio in testa e un’aria occupatissima in tutta la persona. Casella fece i nostri nomi e cognomi, ai quali non ricordo bene se fecero seguito o no quattro convenzionali strette di mano; poi Strawinsky, senza scomporsi, riprese la conversazione, o meglio il monologo che evidentemente aveva iniziato prima con Casella. Con voce piuttosto grossa, in un francese che rivelava il russo le mille miglia lontano, parlò di sé, delle Nozze e di parecchie cose ancora che non sempre riuscii ad afferrare. Casella ascoltava compunto, annuiva ogni tanto leggermente a fior di labbra, mentre noi quattro, dall’altra parte del vagone, muti come pesci, s’era davvero come collegiali con il loro istitutore in visita dal Preside.
— Dante Alderighi, Viaggio in Spagna e incontro con Strawinsky, «Radiocorriere», XXV, 49, 5-11 dicembre 1948.


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I preparativi per la tournée spagnola de Les Noces:
☞ Lettere della Concerts Catalonia a Alfredo Casella, 1929-1930.
Casella interprete di Stravinskij:
☞ Lettera di Carlo Belli a Alfredo Casella, Roma, 26 maggio 1942.